Era il lontano 2015 e ricordo ancora il boom in Italia dei food truck: la regolamentazione sui servizi igienici era altalenante, le opinioni erano divergenti e ognuno, alla fine, faceva un po’ quello che voleva. Pure io ero tentato all’idea di prenderne uno, ma poi ho preferito proseguire sulla strada delle consulenze.

Con il passare del tempo, il numero dei ristoratori itineranti è aumentato esponenzialmente, così come il fatturato delle stesse aziende, tanto da diventare specializzate nel settore. Molti grandi marchi hanno deciso di intraprendere quel percorso in aggiunta al negozio fisso, triplicando o quintuplicando gli incassi.

Ma cosa bisogna sapere per avviare questo tipo di negozio su ruote?

BUDGET E BUROCRAZIA

Tra mezzo (acquistato o adattato), attrezzature e pratiche burocratiche, dovrete mettere in conto una spesa di minimo 25.000€. Se ci pensate però, è una cifra ampiamente ammortizzabile considerando che la propria attività si sposta insieme a voi e si possono scegliere zone più favorevoli di altre. In Italia, infatti, i food truck sono regolamentati dal “Commercio al dettaglio su area pubblica”, ovvero il commercio ambulante (D.Lgs. n.114, 31 Marzo 1998, artt. 27-30, Riforma Bersani. Per approfondimenti LINK). Può essere esercitato sia da persone fisiche, che da società di persone.

LICENZE (A e B)

Tipologia A: viene rilasciata, dal comune in cui si svolgerà l’attività, per la concessione di un posto fisso (spesso all’interno di uno specifico mercato o fiera) in un determinato giorno. Questa tipologia permette comunque la forma itinerante per la partecipazione a fiere su tutto il territorio nazionale. Qualora il comune sia sprovvisto di parcheggi, si può subentrare nella licenza altrui attraverso scrittura privata registrata o atto notarile di cessione di ramo di azienda.

Tipologia B: viene rilasciata dal comune di residenza e consente il commercio su tutto il territorio nazionale (compresi mercati e fiere) solo all’interno di parcheggi occasionalmente liberi, per una durata non superiore ai 120 minuti. Questa licenza abilita, inoltre, alla vendita al domicilio del consumatore.

REQUISITI

Per poter ottenere le autorizzazioni all’esercizio, bisogna essere in possesso di Partita IVA (come società o ditta individuale) e il titolare dovrà aver conseguito il REC o aver esercitato nel settore per almeno 2 anni, anche non consecutivi (come cameriere, barista, cuoco, etc…)

AUTORIZZAZIONI IGIENICO SANITARIE

Come per tutte le attività di ristorazione, anche il food truck necessita di rientrare in determinati parametri igienico-sanitari, principalmente di natura strutturale e pratica. L’autorizzazione viene rilasciata dalla ASL di zona. Per approfondimenti: Ordinanza 3 Aprile 2002, Gazzetta Ufficiale n.114, 17 Maggio 2002, Ministero della Salute LINK).

APERTURA AZIENDA E IMMATRICOLAZIONE

Come per qualunque altra attività, bisogna aprire una partita IVA (a meno che non la si possegga già), iscriversi alla Camera di Commercio, aprire le posizioni Inps e Inail. Su questo punto, vi consiglio di affidarvi al vostro commercialista.

I food truck, secondo il Codice della Strada, sono catalogati come veicoli speciali ad uso negozio.

È sicuramente una forma di ristorazione dinamica che permette un po’ di varietà sul territorio e coinvolge sempre un pubblico diverso. Pensate al tipico “baracchino” dei panini con la salamella: in molti casi questo tipo di commercio, dal lato del cliente, viene vissuto come una tappa abitudinaria affettiva. Se poi il food truck fa parte di un marchio più grosso, di certo il pubblico che apprezza quei determinati prodotti non mancherà, ovunque si vada.

Ricordo a tutti coloro che desiderassero avere delle delucidazioni in materia di ristorazione, o aprire una nuova attività in questo campo, avrete 30 minuti di consulenza gratuiti a disposizione.

A presto

Mike

 

Foto di Kampus Production da Pexels